legalita
ricerca per tag
Cava de’ Tirreni (SA). Convegno per i trent’anni da Capaci, un gran ponte tra le generazioni
Fin dall’inizio, nella sala del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni si è sentito il brivido di questi trent’anni trascorsi dall’attentato di Capaci che uccise Giovanni Falcone, la moglie e la sua scorta. Ma si è sentito anche quel brivido tutto nostro del momento in cui, solo poche settimane dopo l’esplosione, in quella stessa sala entrò Maria, la sorella di Giovanni, per parlare dell’evento e ricevere la cittadinanza onoraria della nostra Città. Tutti in piedi, due minuti di applausi, parlando solo con la commozione che tracimava da tutte le parti. Per chi c’era, come il sottoscritto, un ricordo che ha lasciato un segno indelebile.
Con questo fermento, l’opportuno e stimolante convegno (Educazione alla legalità, Criminalità organizzata e confisca dei beni) organizzato lunedì 23 maggio scorso dal Comune di Cava de’ Tirreni, guidato dal Sindaco Vincenzo Servalli e dall’Assessore alla Cultura Armando Lamberti e con la presenza anche attiva degli studenti delle scuole superiori, ha potuto avere un effetto intenso, che viene da lontano e guarda lontano. Questo anche grazie alla qualità assoluta dei relatori, un vero e proprio parterre de rois, moderato abilmente al mattino da Giuseppe Blasi e nel pomeriggio da Mariano Ragusa: Marcello Ravveduto, docente universitario di Storia, Leonida Primicerio, Procuratore Generale della Corte d’Appello, Vito Di Nicola, Consigliere di Corte di Cassazione, Giuseppe Borrelli, Procuratore Capo del Tribunale di Salerno, Antonio Centore, Procuratore capo del Tribunale di Nocera Inferiore, Guido Casalino, Presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Nocera Inferiore, Vincenzo Sirica, Presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Nocera Inferiore, Silverio Sica, Presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Salerno, Andrea Castaldo, Ordinario universitario di Diritto Penale, Tino Iannuzzi, Amministrativista, Rossella Sessa e Federico Conte, della Camera dei Deputati.
Anche grazie all’avvio scattante e coinvolgente, dovuto ai video presentati dai ragazzi del Liceo Scientifico “Genoino” e del Liceo “De Filippis Galdi” (che ha vinto anche un premio nazionale), ed all’introduzione illuminante, vivace, profonda, attualizzante del prof. Marcello Ravveduto, l’attenzione e l’ascolto si sono mantenuti sempre ad alto livello, con possibilità di ricaduta futura decisamente alte.
Sono venute fuori tematiche fondamentali, tutte evidenziate con chiarezza e lucidità dai relatori e di cui cercheremo di sottolineare solo le più eclatanti:
La strage di Capaci è stato momento aperto di guerra tra la mafia e lo Stato, ma ha anche definito il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica ed una rottura dichiarata rispetto ad un passato politico e sociale solo da poco in lenta fuoruscita da silenzi e connivenze. È diventata un punto di sutura rispetto al futuro, con la nascita di una nuova e più vera coscienza civile da parte delle nuove generazioni e non solo, come dimostra emblematicamente il bellissimo film di PIF “La mafia uccide solo d’estate”. Ed ha anche stabilito, per effetto dell’uccisione della scorta, un minore gap tra le forze dell’ordine e la gente, come si intravede ad esempio nella canzone “Signor Tenente” di Giorgio Faletti presentata al Festival di Sanremo poco dopo la strage. Insomma, da allora le idee di Falcone e Borsellino hanno cominciato a camminare sulle nostre gambe….
La dimensione di Falcone è stata quella di un eroe involontario, perché egli voleva solo perseguire veramente e seriamente lo scopo per cui era stato delegato dalle istituzioni, ma proprio per questo si è trovato in progressivo isolamento, come capita a tutti coloro che vogliono aprire strade nuove. E lui, a parte il coraggio di andare fino in fondo, ne ha avute di idee innovative, a cominciare dall’idea che la mafia esiste, è organizzata e si può combattere, ma non da soli, per continuare con l’importanza di saper definire i fili della mafia moderna, quella invisibile, che ha gangli finanziari e “professionalmente qualificati” dappertutto ,in questo mondo super globalizzato e tecnologizzato. In tal senso è stata fondamentale l’esperienza di Falcone come inquirente prima che come magistrato, perché è passato attraverso settori illuminanti, come quello finanziario e fiscale.. Un’esperienza che, nella lotta attuale e sempre viva tra lo strapotere della politica e la difesa di autonomia della magistratura, si tende a cancellare con la separazione delle carriere, definita in corso di convegno una colossale sciocchezza.
È pericolosa e deleteria l’incertezza della pena detentiva nel perseguimento della criminalità organizzata. Giusto che oggi la semplice adesione ad una cosca, anche senza reati flagranti, può essere reato penale, però, dati la lentezza, il garantismo spesso opportunistico e le scappatoie varie dei processi, in carcere ci vanno veramente in pochi e tardi. La pena detentiva perciò è temuta ben poco dalle persone scaltre, aduse all’abuso e al crimine, mentre lo è paradossalmente dagli onesti, che in questo senso sono meno scaltriti. Per questo la vera punizione è cominciata ad essere la confisca dei beni, che è una ferita concretissima e che sta diventando, sulla scia delle prime proposte di Pio La Torre, uno dei primi assassinati, lo strumento più importante di lotta alla mafia.
Il rapporto tra criminalità organizzata e sottosviluppo sociale va rivisto in chiave molto più dinamica. Non è il sottosviluppo che produce la criminalità, ma è la criminalità che produce sottosviluppo, coartando e condizionando tutte le vitali attività economiche. E una dimostrazione in tal senso è data proprio dal fatto che la seconda regione più ricca di criminalità organizzata oggi sembra essere la Lombardia…
Va affrontato anche il problema di quella che viene chiamata zona grigia, sulla scia della definizione di Primo Levi, che la individuò nel lager in quei deportati che in qualche modo sii adeguavano e si compromettevano con alcune regole e con le persone degli aguzzini. Ma per neutralizzare questa zona, che è molto diffusa, occorre sia un salto culturale sociale sia una moltiplicazione dell’attestato di fiducia che le istituzioni devono poter offrire.
Questo e tant’altro. Carne a cuocere nelle menti dei giovani e dei cittadini, oltre che degli “addetti ai laori”. Ma l’importante è tenere vivo il fuoco sotto e sopra la cenere, soprattutto in un momento in cui l’attenzione verso i fenomeni mafiosi, da parte della società e della politica, sta vistosamente e pericolosamente calando. Perciò ben vengano convegni del genere. Sono tonificanti e mantengono vivo il ponte con le nuove generazioni, che è il fattore più importante. E allora prepariamoci già per il luglio commemorativo di Borsellino…
Beato il paese che non ha bisogno di “eroi”, diceva Bertoldt Brecht. Verissimo, ma se questi eroi ci sono, allora facciamo crescere un giardino intorno al loro modello …
“Educazione alla legalità”, bilancio positivo per il progetto nelle scuole cittadine
PONTECAGNANO FAIANO (SA). Bilancio positivo per il progetto di formazione “Educazione alla legalità, sicurezza e giustizia sociale” nelle scuole cittadine.
A promuoverlo gli Istituti Comprensivi “Moscati” e “Pontecagnano Sant’Antonio”, guidati rispettivamente dai Dirigenti Sergio Di Martino e Angelina Malangone, grazie al sostegno del Comune di Pontecagnano Faiano, in particolare del Sindaco Ernesto Sica e dell’Assessore alla Pubblica istruzione Maria Rosalba de Vivo.
Quattro gli appuntamenti che, coordinati da Sante Massimo Lamonaca, esperto in criminologia clinica, Giudice onorario esperto presso il Tribunale di Sorveglianza di Salerno e referente dell’Osservatorio permanente per la cultura alla legalità, sono stati rivolti agli studenti delle classi III delle Scuole Secondarie di I Grado per rafforzare il percorso di sensibilizzazione e favorire lo sviluppo di nuove iniziative finalizzate a radicare il bisogno ed il rispetto della legalità.
“Un importante momento di sensibilizzazione e formazione – afferma il Sindaco Ernesto Sica – che, ancora una volta, ha testimoniato l’impegno quotidiano delle nostre scuole e il sostegno convinto dell’Amministrazione nel rafforzare la cultura della legalità sul territorio, soprattutto tra i giovani”.
“Siamo davvero soddisfatti – dichiara l’Assessore alla Pubblica Istruzione Maria Rosalba de Vivo – dell’ottimo riscontro del progetto sulla legalità nei nostri plessi. Si è confermato un percorso di crescita sociale davvero straordinario e coinvolgente per i nostri alunni che si è snodato attraverso tematiche di grande interesse e attualità. E’ un’iniziativa che merita sicuramente continuità”.
“Insieme alle attività didattiche quotidiane nelle scuole – le parole del Dirigente dell’IC “Moscati” Sergio Di Martino – è sicuramente necessario garantire una programmazione che favorisca concretamente la cittadinanza attiva dei nostri ragazzi. In tal senso, ogni progetto come quello sull’educazione alla legalità assume un’importanza strategica e va sostenuto e accompagnato”.
“E’ stato un percorso davvero coinvolgente – dice il Dirigente dell’IC “Pontecagnano Sant’Antonio” Angelina Malagone – che ha suscitato notevole interesse tra i nostri ragazzi, soprattutto quando si è parlato dei pericoli del web. In tal senso, è nostra intenzione promuovere un nuovo momento di confronto, questa volta rivolto ai genitori, che non sempre hanno piena consapevolezza dei rischi strettamente connessi alle nuove tecnologie”.
La prima tappa del progetto di formazione “Educazione alla legalità, sicurezza e giustizia sociale” , che si è svolta il 7 aprile presso la Scuola Media Moscati, è stata incentrata su “Disagio e cultura dell’agio” con l’intervento di Angelo Coscia, scrittore, formatore sociale, consulente e operatore di contatto, disagio e dipendenze di genere, sul tema “Homo ludens”.
Secondo momento di confronto, giovedì 20 aprile, alla Scuola media di Sant’Antonio su “Educazione all’amore: dalla violenza al rispetto per sé” alla presenza dello psicoterapeuta Fabio Martino, specialista in relazioni d’aiuto e presidente dell’Associazione “A Voce alta”.
Terzo incontro giovedì 27 aprile, con la Comunità di San Patrignano per condividere l’esperienza di recupero per i ragazzi in difficoltà e sensibilizzare i giovani sui danni delle dipendenze, in particolare dalla droga.
Ultimo appuntamento venerdì 5 maggio, alla Scuola Media di Sant’Antonio dove si è parlato di “Hacking e criminalità informatica: il web oscuro” con l’esperto informatico Mauro Tomada, Ctu e Ctp presso il Tribunale di Salerno nelle indagini di pirateria informatica.
Gli incontri sono stati arricchiti da interessanti testimonianze e, allo stesso tempo, trasmessi in diretta streaming, a cura del docente Alfonso Palumbo, animatore digitale dell’IC “Pontecagnano Sant’Antonio”, favorendo la partecipazione anche degli altri alunni nelle aule attraverso le lavagne interattive multimediali.