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Franco Bruno Vitolo | 18 Dicembre, 2018
In Biblioteca la mostra di “Pro poor people”, a sostegno di una località della Tanzania
Uno stimolo al dialogo con i più giovani, una benefica finestra di solidarietà.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). “In Kenia e in Tanzania, abbiamo aiutato e aiutiamo famiglie senza tetto, povere e con prole. Le aiutiamo ad acquistare un terreno, a costruire una casa confortevole, ad avviare una piccola attività di agricoltura e di allevamento, in modo da raggiungere gradualmente l’indipendenza economica. Diamo un aiuto per risolvere i problemi minimi dell’esistenza quotidiana e nello stesso tempo per acquisire gli strumenti di costruzione del futuro. Tra questi il primo e più importante è la scuola. Bastano poche decine di euro, non più di cento, per permettere ad un ragazzo di sfamarsi, pagarsi l’istruzione e con essa di acquistare uno spicchio di speranza.”
È il sogno di tanti volontari per l’Africa in generale e, nel nostro caso, l’obiettivo dichiarato di un gruppo di volontari coraggiosi e generosi, guidati da Marco Battaglini, il quale in Kenya, a Watamu, undici anni fa entrò in contatto con la famiglia di una vedova rimasta senza casa e senza sostentamento. Capì che non era, non è possibile in certi casi stare con le mani e mano senza dare una mano. Chiese aiuto e sostegno a parenti, amici e conoscenti in Italia e riuscì a far tirar su un’abitazione decorosa, con ecocomponenti, e a dare gli strumenti per andare avanti e procurarsi il sostentamento quotidiano.
Da lì nacque l’idea di creare un’organizzazione in grado di aiutare questo “poor people”, ma anche la scelta consapevole del finanziamento diretto, senza intermediazioni, ma solo attraverso agenzie di trasmissione di danaro da un paese all’altro. Dopo qualche anno in Kenya, la sua attenzione si è trasferita in Tanzania, in particolare a vantaggio dei bambini di un orfanotrofio di Kipengere, per poi stabilirsi definitivamente a Nyombe, dove agisce in libertà e autonomia a beneficio di persone e famiglie disagiate..
Da quel momento la sua primaria attività è stata quella di raccogliere fondi per adottare a distanza bambini nello studio (con cento euro annui si coprono un intero anno scolastico e due pasti al giorno!) e aiutare le famiglie a farsi un tetto, un campicello e qualche strumento per produrre e vendere frutti, ortaggi oppure oggetti artigianali.
Quella che era un’iniziativa di pochi si è poi estesa ad amici e conoscenti e quindi, attraverso la rete, a coloro che ritengono giusto e opportuno sostenere, in loco oppure a distanza, l’azione di questo gruppo, che ci sta mettendo anima e cuore, intelligenza ed energia. È nata formalmente l’Associazione Onlus Pro poor people, dallo stesso Marco Battaglini presieduta, che negli ultimi mesi si sta facendo conoscere attraverso significative iniziative pubbliche, in particolare a Cava de’ Tirreni, città di residenza di Rosanna Lamberti, l’attuale Vicepresidente, e di alcuni membri della famiglia Battaglini, che è originaria del Cilento. Il papà di Marco, Gianfranco, fa da segretario, l’amico James da gancio e tramite in Tanzania, a supporto ed a volte, se serve, anche in sostituzione di Marco stesso.
Ha avuto una bella risonanza la mostra organizzata prima a settembre in Comune, con la spinta promozionale del Consigliere Umberto Ferrigno e della Presidente del Consiglio Lorena Iuliano, e nel periodo prenatalizio in Biblioteca Comunale. Qui si è aperto un fecondo canale con le scuole, destinato ancora a crescere nel mese di gennaio. I ragazzi rimangono molto colpiti dalle “fotografie parlanti” che accompagnano la mostra, e dalle vibrazioni del cuore che connotano la presentazione curata da Rosanna Lamberti e dalla sorella Teresa, capaci di infiorare le parole con episodi che colpiscono l’immaginario dei giovani. Per tutte, vale la testimonianza delle ragazze della II BL del “De Filippis – Galdi”, che ha visitato la mostra con le le prof. Rinaldi e Coppola.
“Siamo rimaste molto impressionate dal fatto che in quei luoghi bruciavano i copertoni delle ruote delle macchine per favorire la concimazione ignorando i veleni che quelli contenevano. E ci hanno intenerite scene come la preghiera recitata sulla spiaggia da parte della famiglia senza tetto a beneficio di Marco e dei suoi amici. Ci hanno tanto commosso sia la carica d’amore che rimane in quelle persone nonostante la povertà, sia il vedere tanti bambini sorridere gioiosamente. Abbiamo capito che quello che per noi è poco o niente per loro è tutto. Dovremmo imparare a distinguere meglio il valore delle cose che noi abbiamo e che diamo per scontate…”
Parole sagge e mature, parole che, se elaborate e trasformate in pensieri e azioni d’amore e di solidarietà, sono il segno di una crescita e l’apertura di una mano tesa a far da ponte con il mondo che ci circonda.
Ci conforta perciò che stiano prendendo piede iniziative come quelle di Por poor people, che ci siano persone come Marco Battaglini che tengono viva la fiammella della fraternità, che questi incontri mettano su, sia pur faticosamente e mattone dopo mattone, dei ponti di umanità e solidarietà in controtendenza con le diffidenze e gli egoismi che troppe volte ci portano a vedere queste popolazioni svantaggiate come dei pericoli per la nostra “pace” e il nostro più o meno reale benessere. Come se nella nostra storia non fossimo mai stati svantaggiati o migranti…
E allora, se possibile, diamo il nostro sostegno; se non siamo impegnati con altri, diamo il nostro cinque per mille; se abbiamo tempo, doniamo i nostri minuti. E i benefici, per gli altri e per noi stessi, non saranno certo “minuti”…
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