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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Uomini e Armi, la singolare mostra pittorica del Maestro Francesco Senatore

Da Sabato 25 Maggio a Domenica 2 Giugno 2019, nel Complesso Monumentale di Santa Giovanna Anthida Thouret al Borgo, in mostra quaranta tavole a colori del Maestro cavese Francesco Senatore, al taglio del nastro il Sindaco Servalli.


Da molti anni il Maestro “cavese doc” Francesco (Franco) Senatore, si cimenta nel presentare libri e mostre di rilevante spessore storico-culturale, riscuotendone vasta eco.

“Uomini e Armi” è l’ennesima mostra di pittura che pone l’attento osservatore dinanzi ad un risolto dilemma: cos’è stato l’uomo nel tempo, quando ha dovuto imbracciare o impugnare le armi o salire su una macchina o nave da guerra?

Nei quaranta quadri che formano la stupenda mostra in argomento, il Maestro Senatore, principiando dal primo secolo di Cristo, per venire ai tempi nostri, grazie alle sue operose ricerche, espresse a colori in quaranta tavole, ci offre una chiara lettura, peculiare e rivelatrice, dell’arte, immersa nella cultura, non trascurando di presentarci, con dovizia di particolari, l’anatomia umana e le singole peculiarità delle armi, delle armature, delle spingarde, delle picche, delle navi, degli aerei, dei carri armati e tanto altro ancora.

Il Maestro ha voluto che in copertina vi fosse “La presa di Roma”, nota anche come “ La breccia di Porta Pia del 20 Settembre 1870”, la quale, sebbene descritta nei libri di storia, non molti l’hanno saputa rappresentare; Senatore la ripropone, seppur ricorrendo all’immaginario, presentandoci la determinazione dei valorosi bersaglieri italiani.

Dal I secolo di Cristo, Senatore passa al XIX secolo, proponendoci l’assedio, ovvero: il massacro di Gerusalemme del 1099, avutosi nel corso della prima crociata, per andare alle Legioni romane in azione di difesa dai “vandali germanici”, per proporci poi i gladiatori “Mirmillone” e “Reziario”, intrepidi combattenti nelle arene romane.

Dal mare increspato appaiono quattro storiche navi: la fregata Euro, la corazzata Roma, nota per essere stata il gioiello della marina italiana, affondata nel Golfo dell’Asinara, l’emersione del sottomarino Caracciolo, classe Cagni, ma anche l’affondamento di una corazzata austriaca, con l’impiego dei Mezzi Anti Sommergibili (M.A.S.), e la battaglia navale franco-britannica.

Passando davanti all’etiopico “combattimento dello Scirè” del 1936, si torna a quello di Calatafimi del 1860 e soffermandosi davanti alle pitture color seppia, si può “vivere” la temporanea quiete dei “Fanti in trincea”, senza trascurare la tragica fine, nella steppa russa, dell’AR.MI.R. (Armata Militare Italiana in Russia), opera che ci riporta a quanto raccontatoci dai pochi sopravvissuti.

Cosa dire della ricostruzione dell’ultima carica del “Savoia Cavalleria”, lungo le rive del Don, avvenuta durante la seconda guerra mondiale, o del Trapper del nord America, mentre spara con un fucile a pietra focaia, che del pari alle restanti opere non è il risultato di una casuale fantasia, ma di costanti ricerche storiografiche, coniugate a perseveranti approfondimenti culturali del Maestro Senatore, sostenuti dalla volontà di recuperare e dipingere, indi tramandare: “Uomini e Armi” del passato remoto e prossimo a noi contemporanei.